Learning from bricoleur
Da dove viene il nome design-as-a-bricolage?
Il bricoleur, diceva Lévi-Strauss, è colui che usa gli strumenti che trova a disposizione intorno a sé e cerca di adattarli, secondo vari tentativi, ai suoi scopi.
«Diversamente dall’ingegnere, che costruisce una macchina progettandone in anticipo ogni dettaglio e realizzando ad hoc ogni sua specifica componente, il bricoleur adopera ciò che si trova volta per volta sotto mano: prende vecchi pezzi e rottami e li rifunzionalizza, adattando costantemente il progetto alle caratteristiche dei materiali a disposizione».
D’altra parte, «l’ingegnere tende sempre ad aprirsi un varco e a situarsi «al di là», mentre il bricoleur, per amore o per forza, resta «al di qua», il che equivale a dire in altri termini, che il primo opera mediante concetti, il secondo mediante segni».
Il bricoleur deve adattarsi all’equipaggiamento di cui dispone. Il bricoleur parte dalla riorganizzazione, fa economia prima di aprire a nuovi strumenti. Il bricoleur non compie il progetto ma parla tramite il progetto. Il progetto del bricoleur ha sempre qualche traccia del suo autore – e mantiene la visione d’insieme, il macro obiettivo oltre il compito specifico.
E infine: «la caratteristica del pensiero mitico, come del bricolage sul piano pratico, è di elaborare insiemi strutturati, non direttamente per mezzo di altri sistemi strutturati, ma utilizzando residui e frammenti di eventi»
(tutto da Il pensiero selvaggio, ed. Il Saggiatore 2015, pp. 30 – 36). Sul residuo, o Śeṣa nei Veda indù, torneremo.

L’incredibile museo di Ettore Guatelli
Sempre da Il pensiero selvaggio
“…non bisogna considerare il pensiero selvaggio – la magia, ad esempio – come una forma timida e balbettante di scienza , riducendo così il pensiero magico a un momento o a una tappa dell’evoluzione tecnica e scientifica, perché con ciò ci si priverebbe di ogni possibilità di comprenderlo. La sensibilità che mette insieme cipolle e cavoli e che trova l’ordine nello zolfo non è meno razionale della scienza botanica che li divide perché cerca l’ordine nelle foglie disposte a croce o in altro modo. L’ordine sensibile non rappresenta lo stadio primitivo di quello botanico.
Qual è dunque la differenza tra l’ordine scientifico e l’ordine magico?
Al giorno d’oggi, dice Lévi-Strauss, sopravvive una forma di attività che, sul piano tecnico, permette di renderci conto abbastanza bene delle caratteristiche, sul piano speculativo, del sistema di pensiero selvaggio. Questa forma è il bricolage.”

Il bricoleur, dice Lévi-Strauss (Il pensiero selvaggio) è capace di eseguire un gran numero di compiti differenziati, ma, diversamente dall’architetto, non li subordina al possesso di materie prime e di arnesi, concepiti e procurati espressamente per la realizzazione del suo progetto: il suo universo strumentale è chiuso, e, per lui, la regola del gioco consiste nell’adattarsi sempre all’equipaggiamento di cui dispone, cioè ad un insieme via via «finito» di arnesi e di materiali…
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Abbiamo bisogno di popolare il nostro universo simbolico, in questo senso, di narrazioni profonde e di realizzazioni immaginifiche alternative al mondo dominante.
Vivere in un ReadyMade…la casa di un Design-Bricoleur





